Amendolara (CS) - Calabria - Italy - Video con drone del borgo

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Amendolara è un comune italiano di 2.716 abitanti[1] della provincia di Cosenza in Calabria.
Geografia fisica
La città è situata su una serie di pianori che digradano verso il mare e l’abitato è tradizionalmente diviso tra "Paese" e "Marina". Vi scorrono le fiumare Avena, Ferro e Straface.
La secca di Amendolara
La secca, a circa 12 miglia da Amendolara Marina, possiede una profondità di soli 20 metri sotto il livello del mare. La secca, di notevole estensione, probabilmente corrisponde ai resti di un’antica isola, probabilmente sommersasi per erosione. Il tutto è dimostrato da alcune carte antiche (XVII-XVIII sec.) che parlano di un isolotto, detto "Monte Sardo". Una leggenda e alcuni studi recenti vogliono che il Monte Sardo oramai sprofondato da alcuni secoli fosse stata l’Isola di Ogigia, ove la ninfa Calipso detenne Ulisse secondo l’Odissea di Omero.
Origini del nome
Il nome deriva probabilmente dal greco Amygdalaria ossia "mandorlai" per la ricca produzione di mandorle. Secondo altri invece il nome deriva dal nome di famiglia "La Mendelèa".
Storia
Un insediamento degli Enotri dell’età del bronzo è testimoniato da alcuni resti archeologici rinvenuti nel "Rione Vecchio". Nel VII secolo a.C. l’abitato si spostò nella sottostante pianura, dove Epeo, il mitico costruttore del cavallo di Troia, avrebbe fondato la città greca di Lagaria (resti in località San Nicola).
In epoca romana esisteva una stazione di posta della via litoranea che ebbe probabilmente nome Statio ad Vicesimum (a venti miglia dalla città di Thurii) i cui resti (in particolare un sistema di cisterne per l’approvvigionamento idrico) sono stati rinvenuti nella zona dell’attuale "masseria Lista".
Dopo l’epoca romana vi furono fondate un’abbazia bizantina e quindi un’abbazia cistercense, mentre nel territorio sono presenti grotte eremitiche. Intorno al 1000 venne costruito il castello, che passò in successione a numerose famiglie nobili.
Nel XV secolo vi nacquero Pomponio Leto e Facio Patarino e nel XVI secolo si ebbero la costruzione del Convento Domenicano e della cosiddetta "Torre Spaccata"
Nel XIX secolo vi fu una massiccia emigrazione, soprattutto verso l’Argentina e l’Italia settentrionale. Dopo la prima guerra mondiale si ebbe una ripresa agricola e l’introduzione della coltura dei piselli. Il XX secolo vide un massiccio sviluppo edilizio e si ebbero i primi ritrovamenti archeologici.

Monumenti e luoghi d’interesse
• Chiesa madre di Santa Margherita Vergine e Martire: in stile romanico con rifacimenti settecenteschi, conserva il portale degli inizi del Trecento.
• Chiesa di Santa Maria: forse eretta sui resti di un tempio, presenta abside e cupola di tipo bizantino, con trasformazioni in epoca rinascimentale e barocca.
• Cappella di Sant’Antonio Abate: ricostruita negli anni 1930 dopo il crollo, agli inizi del XX secolo dell’originaria chiesa bizantina.
• Cappella di Santa Lucia: costruita nel 1960 dall’artista A.Sassone, al posto di una chiesa bizantina di cui restano i ruderi nelle vicinanze.
• Cappelle gentilizie di Sant’Anna (famiglia Lamanna) e di San Rocco (famiglia Blefari-Melazzi).
• Castello, di origine più antica, restaurato nel 1239 da Federico II di Svevia e con rimaneggiamenti successivi. Conserva un affresco della fine del Duecento con una Crocifissione.
• Palazzo Andreassi: originario palazzo nobiliare, frutto di numerose trasformazioni, fu per un certo periodo municipio cittadino.
• Palazzo Melazzi: in stile barocco e con numerosi rifacimenti, presenta al piano terra gli ambienti di servizio, tra cui un frantoio e una cisterna.
• Palazziata: palazzo nobiliare in stile barocco della famiglia Gallerano, fu in seguito caserma dei carabinieri e scuola elementare:
• Palazzo Pucci di Amendolara, fatto costruire nel 1736 da una famiglia napoletana che aveva ottenuto il titolo baronale per i servizi resi alla corona. Articolato in un cortile circondato da magazzini al piano terra e in un piano nobile superiore, sormontato da una loggia.
• Palazzo Grisolia, costruito sul sito dell’antico convento dei Domenicani, del 1521, di cui si conservano il chiostro e la chiesa di San Domenico, ad unica navata, ristrutturata intorno al 1660.
• Museo archeologico statale Vincenzo Laviola: inaugurato nel 1996 conserva i resti rinvenuti negli scavi nel Rione Vecchio (centri abitati dell’età del bronzo e dell’età del ferro), nel pianoro di San Nicola (area archeologica della città greco-arcaica di Lagaria) e nelle necropoli.

Fonte: Wikipedia

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Di RCvideo

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