Albidona (CS)

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Albidona è un comune italiano di 1 129 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria.
Si trova nell’alto Ionio Cosentino e faceva parte, fino alla sua soppressione, della comunità montana Alto Ionio, della quale era il terzo comune sia per estensione che per popolazione.
Secondo fonti antiche, Albidona sorge nei pressi delle rovine dell’antica città magno-greca Leutarnia, fondata dall’indovino Calcante, esule della guerra di Troia.
Le sue origini storiche risalgono almeno all’XI secolo: fra i suoi primi feudatari figura anche il poeta Ruggiero d’Amico, giustiziere e poi cospiratore di Federico II di Svevia ed esponente della scuola poetica siciliana; fra gli ultimi, compare Ottavio Mormile, ministro degli esteri di Gioacchino Murat.
Il comune è centro di notevole interesse geologico, legato principalmente agli studi sulla formazione del flysch di Albidona, una conformazione che si estende lungo tutto il territorio di confine tra Calabria e Basilicata.
Inoltre, gode di modesta rilevanza gastronomica, legata soprattutto al salame crudo di Albidona, inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani della regione Calabria.
Il comune ospita uno dei primi monumenti ai caduti di tutte le guerre eretti in Calabria (1966).

Sulle rovine di Leutarnia
La storia di Albidona è avvolta nella leggenda. Il paese sarebbe stato fondato da un gruppo di profughi guidati dall’indovino Calcante che, ritornando dalla guerra di Troia, approdò sulle coste della Calabria citeriore, dove morì. Le origini di Albidona sono legate all’antica città magno-greca Leutarnia, di cui parlarono Licofrone e Strabone, ma la convergenza topografica tra i due centri non è attestata da alcuna fonte storica. Saranno poi alcuni storici calabresi del XVII e XVIII secolo, il Barrio e il Fiore, a ipotizzare che Albidona sorgesse sulle rovine della mitica Leutarnia. In tempi più recenti ne parlano Giuseppe Antonini, l’abate Romanelli, l’autore inglese Cramer, il Coscia e Gustavo Valente, rifacendosi alle fonti sopra menzionate.

Nel periodo feudale angioino, insieme ad altri feudi del comprensorio, appartenne alla famiglia d’Amico (anche conosciuta come De Amicis).

Primo fra questi fu un importante personaggio del tempo: Ruggero d’Amico, che fu giustiziere di Federico II di Svevia ed esponente della Scuola poetica siciliana, fra i precursori pertanto della lingua italiana. La storia di Ruggero (o Ruggiero) e dei suoi discendenti fu raccontata in modo molto approfondito da Percopo e Zingarelli. Ruggero infatti fu tra i promotori della storica congiura di Capaccio contro Federico II, insieme ad altri esponenti della sua famiglia, tra cui i parenti della moglie Venia (famiglia de Dragone), Ruggiero di Bisaccia (che aveva sposato Mabilia, sorella o zia di Ruggero) e Guglielmo di Montemarano e di Castelfranci (che aveva sposato Bella, altra discendente dei De Amicis).

Un curioso documento perviene dal 1838, in cui è reso protagonista proprio un Corrado de Amicis, duca di Alvidona.
Si tratta di una rappresentazione teatrale, composta e diretta dal noto coreografo Salvatore Taglioni nel 1838, rappresentata il 31 luglio dello stesso anno al Teatro San Carlo di Napoli. La storia è ambientata nell’anno 1438, proprio ad Albidona, dove il feudatario Corrado si innamora di una contadina, Lucia, già promessa in sposa al contadino Giulio, col beneplacito del padre Biagio. Corrado, grazie all’aiuto dei suoi sgherri, riesce a condurre con la violenza la ragazza al castello, costringendola al matrimonio. Tuttavia, l’arrivo del Gran Siniscalco da Napoli, che comunica la volontà della regina vicaria Isabella di Lorena di dare al feudatario in sposa la nobile Irene Caldora. Ma Lucia, nascostasi dietro una scala, rivela la verità al Gran Siniscalco. Corrado la fa scortare fuori dal castello, negando l’evidenza. A quel punto, sia il feudatario con i funzionari della corte reale, sia Lucia con Biagio e Giulio, partono per Napoli, al fine di incontrare la regina. Prima che la regina incontri Corrado, Lucia riesce ad ottenere udienza e rivela la verità, che viene provata anche dal fiduciario di Corrado, Rocco, che vestito da mendicante accorre dalla regina, dopo che lo stesso feudatario aveva tentato di avvelenarlo per nascondere la verità. È così che la regina impone di firmare il contratto di matrimonio fra il Duca e Lucia, che viene nominata duchessa di Albidona, in quanto vedova del Duca, che viene così arrestato e gli vengono detratti tutti gli ordini.
Lucia, ora nobile, riabbraccia il suo Giulio.
Fonte: Wikipedia

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Di RCvideo