REGGIO CALABRIA :: 28/11/2024 :: Ergastolo definitivo per Antonio De Pace. La Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la pena del carcere a vita per l’infermiere di Vibo Valentia che, il 21 marzo 2020, in piena pandemia, uccise brutalmente la sua fidanzata, Lorena Quaranta, giovane studentessa di Medicina, nella loro casa a Furci Siculo (Messina).
La sentenza segue l’annullamento con rinvio disposto nei mesi scorsi dalla Corte di Cassazione, che aveva richiesto di riconsiderare il diniego delle attenuanti generiche. Nonostante ciò, la Corte d’Appello, presieduta da Angelina Bandiera, affiancata dal giudice Caterina Asciutto, ha scelto di ribadire la pena massima già decisa dalla Corte d’Assise di Messina.
La decisione della Cassazione, che aveva sollevato discussioni, si basava sull’ipotesi che l’imputato potesse essere stato influenzato dallo "stress" legato alla pandemia da Covid-19. Tale tesi, sostenuta anche dalla Procura generale di Reggio Calabria, aveva portato alla richiesta di una riduzione della pena a 24 anni. Tuttavia, i giudici d’appello non hanno accolto questa linea difensiva, respingendo il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Durante l’udienza del 17 ottobre, i legali di De Pace – Salvatore Staiano, Bruno Ganino e Marta Staiano – avevano chiesto una pena più "proporzionata", sostenendo che il crimine fosse dettato da uno stato di angoscia incontrollabile e non potesse essere qualificato come un femminicidio di genere. Tuttavia, tale argomentazione non ha trovato riscontro nella sentenza definitiva, che ribadisce la gravità del gesto e il suo carattere inaccettabile.
La conferma dell’ergastolo rappresenta una risposta forte alla richiesta di giustizia per Lorena Quaranta e un segnale chiaro contro ogni tentativo di attenuare la responsabilità per un crimine così efferato.